Il Consiglio federale raccomanda di accettare la riforma Previdenza per la vecchiaia 2020

Berna, 27.06.2017 - Il 24 settembre gli elettori saranno chiamati a esprimersi sulla riforma Previdenza per la vecchiaia 2020, che si prefigge di stabilizzare l’AVS e la previdenza professionale, garantire il livello delle rendite, flessibilizzare il pensionamento e colmare lacune nella previdenza delle persone con redditi modesti. Dopo 20 anni senza revisioni di ampia portata, la riforma è ormai urgentemente necessaria.

La previdenza per la vecchiaia è il principale sistema di protezione sociale della Svizzera. La sua stabilità è però a rischio, poiché le generazioni del baby boom raggiungeranno l’età di pensionamento nei prossimi anni, la speranza di vita è aumentata e i tassi d’interesse sono estremamente bassi già da diversi anni. L’equilibrio tra le entrate e le uscite dell’AVS è dunque sempre più precario.

Senza la riforma, i deficit annui dell’AVS crescerebbero rapidamente e le rendite non sarebbero più garantite. Nella previdenza professionale è in atto una ridistribuzione non voluta dalla legge, che penalizza gli assicurati attivi, e i rendimenti sugli averi di vecchiaia sono troppo bassi per finanziare le rendite garantite per legge. La riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 affronta in modo coordinato tutti questi problemi. Il suo scopo è quello di mantenere il livello delle rendite di vecchiaia garantite dalla legge.

Età di riferimento di 65 anni

Invece di prevedere età ordinarie di pensionamento diverse per gli uomini e per le donne, il nuovo sistema fisserà un’età di riferimento uniforme di 65 anni, che costituirà il punto di riferimento per il pensionamento flessibile tra il 62° e il 70° anno d’età nell’AVS e nella previdenza professionale. L’età di riferimento sarà l’età in cui la rendita verrà versata senza deduzioni né supplementi. Per le donne essa verrà aumentata progressivamente da 64 a 65 anni tra il 2018 e il 2021.

Proventi dell’IVA in favore dell'AVS

In seguito al pensionamento delle generazioni del baby boom, nei prossimi anni il numero delle nuove rendite AVS aumenterà notevolmente. Al fine di stabilizzare l’AVS fino alla fine del prossimo decennio la riforma prevede due misure: innanzitutto l’AVS riceverà la totalità dei proventi del punto percentuale IVA già oggi riscosso in favore dell’AVS. Questo significa che la Confederazione rinuncerà alla sua quota di questi introiti. Inoltre, all’AVS saranno versati i proventi di ulteriori 0,6 punti percentuali IVA: dal 2018 riceverà gli 0,3 punti percentuali attualmente destinati al finanziamento aggiuntivo dell’AI, che scadrà alla fine del 2017. In questo modo l’IVA resterà invariata all’8,0 per cento. Dal 2021 l’AVS riceverà i proventi di ulteriori 0,3 punti percentuali dell’IVA, il che comporterà un aumento di quest’ultima all’8,3 per cento.

Compensazione della riduzione dell’aliquota di conversione

Nella previdenza professionale obbligatoria l’aliquota minima di conversione verrà gradualmente ridotta dall’attuale 6,8 al 6,0 per cento. Le misure compensative previste nella previdenza professionale e l’aumento delle nuove rendite AVS di 840 franchi all'anno garantiranno il mantenimento del livello delle rendite di vecchiaia. Le coppie di coniugi beneficiari di rendita riceveranno complessivamente da un minimo di 1680 a un massimo di 2712 franchi in più di rendita AVS. Per finanziare le misure previste nell’AVS, i contributi salariali verranno aumentati, per la prima volta da oltre 40 anni, di un modesto 0,3 per cento.

Nessuna ripercussione sulle rendite attuali

Chi percepisce già oggi una rendita di vecchiaia non sarà interessato dalla riduzione dell’aliquota di conversione. Dato che non necessiteranno di misure compensative, gli attuali beneficiari di rendita non dovranno quindi nemmeno contribuire a finanziarle. Le loro rendite AVS continueranno però a essere regolarmente adeguate al rincaro e all’evoluzione dei salari.

Modernizzazione della previdenza per la vecchiaia

La riforma adeguerà la previdenza per la vecchiaia alle esigenze della popolazione. Essa consentirà il pensionamento flessibile e progressivo tra i 62 e i 70 anni e permetterà di colmare lacune nella previdenza delle persone con redditi modesti, che sono principalmente donne.

Grazie alla riforma, le persone che hanno superato i 58 anni saranno protette meglio nella previdenza professionale. In caso di perdita del posto di lavoro potranno infatti rimanere assicurate presso la loro cassa pensioni e ricevere in seguito una rendita di vecchiaia da quest’ultima. Attualmente questi assicurati sono spesso costretti a riscuotere l’avere di vecchiaia e ad assumersi personalmente il rischio della sua gestione.

Dopo 20 anni senza revisioni di ampia portata, per il Consiglio federale e il Parlamento è urgentemente necessaria una riforma della previdenza per la vecchiaia. Una previdenza stabile è infatti un presupposto fondamentale per lo sviluppo sociale ed economico della Svizzera.

Due progetti interconnessi

La riforma consta di due progetti: il decreto federale sul finanziamento supplementare dell’AVS mediante l’aumento dell’imposta sul valore aggiunto e la legge federale sulla riforma della previdenza per la vecchiaia 2020. Il decreto federale prevede una modifica costituzionale e sarà dunque sottoposto in ogni caso a votazione popolare il 24 settembre 2017. Contro la legge federale è stato lanciato il referendum; il termine per la raccolta delle firme scadrà il 6 luglio 2017. In caso di riuscita del referendum, si voterà separatamente sui due progetti, che però fanno parte di un’unica riforma e sono strettamente interconnessi. Se uno dei due sarà respinto, l’intera riforma fallirà.


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