Voglio o devo necessariamente abitare in questo posto? Mi piacerebbe o devo per forza seguire questa formazione? Sono domande che ci facciamo tutti e che implicano la possibilità di fare una scelta autonoma. Il più delle volte, alle persone disabili questa possibilità è però preclusa.
Vivere una vita autodeterminata significa poter decidere per sé stessi e della propria vita. Significa per esempio poter decidere da soli quali attività svolgere nel tempo libero, scegliendo fra un’ampia gamma di possibilità. Significa poter decidere se partecipare o meno a un evento e potervi realmente partecipare se questa è l’intenzione. Lo stesso vale per le prestazioni e le infrastrutture a disposizione di tutti. Vivere una vita autodeterminata significa, tra l’altro, poter operare delle scelte e non esserne esclusi a priori od ostacolati da barriere.
Una tema importante, in questo contesto, è la libera scelta del luogo in ciu vivere e della forma abitativa. Con un’assistenza personale adeguata, spesso è possibile condurre una vita indipendente. Secondo le statistiche, la maggior parte delle persone con una disabilità fisica vive autonomamente a casa, mentre in proporzione le persone con una disabilità intellettiva vivono invece molto più spesso in alloggi assistiti. Un presupposto fondamentale per una vita autodeterminata è la garanzia materiale del fabbisogno esistenziale, che permette a ciascuno di prendere le proprie decisioni e offre un certo livello di indipendenza, anche dal punto di vista finanziario.
Basi legali
Nel settore dell’alloggio, la legge federale sulle istituzioni che promuovono l’integrazione degli invalidi (LIPIn) prevede che a ogni persona disabile che ne abbia bisogno e lo desideri sia garantito l’accesso a un’istituzione, indipendentemente dai suoi mezzi finanziari, dalla sua situazione personale e dal suo stato di salute.
La legge sui disabili (LDis) mira a mettere a disposizione delle persone con disabilità i servizi di cui necessitano per condurre una vita quotidiana indipendente in seno alla loro comunità e al di fuori delle istituzioni che promuovono la loro integrazione.
Attuazione
Sia a livello federale che cantonale sono in atto misure che contribuiscono ad accrescere l’autonomia delle persone disabili.
Ne sono un esempio le rendite e le indennità giornaliere dell’AI, che compensano il reddito venuto a mancare in seguito alla disabilità e garantiscono ai beneficiari una sicurezza finanziaria. Si tratta di strumenti fondamentali per poter condurre una vita autodeterminata. Diverse revisioni dell’AI hanno inoltre rafforzato l’aspetto integrativo dell’assicurazione e con esso la promozione dell’autonomia. Una novità essenziale per la promozione della vita autonoma è il contributo per l’assistenza, cui hanno diritto i beneficiari di un assegno per grandi invalidi che vivono a casa propria. Con questo contributo l’assicurato si organizza e si finanzia le prestazioni d’aiuto di cui ha bisogno. La prestazione è stata introdotta nel 2012 per far sì che sempre più persone disabili possano vivere a casa propria.
Successi e sfide
Nel settore dell’autonomia abitativa è stata determinante l’introduzione del contributo per l’assistenza nell’AI, che permette ai disabili di condurre una vita più indipendente. Ma il diritto a una vita autodeterminata può continuamente essere migliorato, per esempio ampliando l’offerta di forme abitative possibili. Oltre a soluzioni di alloggio autonomo e alloggio collettivo all’interno di apposite strutture vanno sviluppati altri modelli. Uno di questi è l’accompagnamento per le persone disabili che vivono a casa propria. Occorrerebbe inoltre differenziare maggiormente le offerte di alloggio e sostegno adeguandole ai bisogni individuali dei singoli disabili.
Ultima modifica 27.09.2024