L’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (IHRA) definisce l’antisemitismo come segue:
«L’antisemitismo è una certa percezione degli Ebrei che può essere espressa come odio per gli Ebrei. Manifestazioni retoriche e fisiche dell’antisemitismo sono dirette contro singoli Ebrei o non Ebrei e/o le loro proprietà, contro le istituzioni o le strutture religiose ebraiche.»
Sulla base dell’esperienza accumulata nella sua pluriennale attività di sensibilizzazione, prevenzione e intervento e dei riscontri di consultori specializzati, il SLR ha precisato ed esteso questa definizione:
L’antisemitismo include reati di matrice razzista (crimini d’odio o hate crimes), quali gli attacchi all’integrità fisica o alla proprietà di Ebrei e istituzioni ebraiche, ma anche dichiarazioni verbali o scritte (discorsi d’odio o hate speech).
Insieme ai mezzi legali offerti dal diritto civile, l’iscrizione nel diritto penale e il perseguimento dei reati antiebraici o antisemiti costituiscono elementi importanti dei provvedimenti necessari contro l’antisemitismo.
D’altra parte, possono essere antisemiti anche convinzioni ostili, pregiudizi o stereotipi chiaramente o vagamente riconoscibili nella cultura, nella società o in atti individuali finalizzati ad anteporre il proprio gruppo di appartenenza a quello degli Ebrei o a denigrare o svantaggiare gli Ebrei e le loro istituzioni.
Occorre pertanto prendere provvedimenti in tutti gli ambiti sociali e a tutti i livelli istituzionali – federale, cantonale e comunale – e soprattutto a livello individuale. Le misure statali contro la discriminazione degli Ebrei o di persone percepite come tali intendono proteggere singoli individui e gruppi di individui, non una religione.
(Cfr. Le principali definizioni correlate al razzismo e alla discriminazione razziale)