In quanto base per l’accesso alla formazione professionale continua e al mercato del lavoro, l’educazione è un fattore chiave per la mobilità sociale e la carriera professionale.
Il razzismo e la discriminazione sono però un problema sociale reale anche nella scuola e in altre istituzioni formative, motivo per cui gli attori scolastici (insegnanti, direzioni, pedagogisti curativi e altri), ma anche quelli extrascolastici e le istituzioni pedagogiche e di formazione continua sono chiamati ad affrontarlo.
Situazione in Svizzera
I dati del monitoraggio mostrano che nel sistema educativo la discriminazione razziale è molto diffusa: stando all’indagine sulla convivenza in Svizzera dell’Ufficio federale di statistica, il mondo della scuola e della formazione è al terzo posto per episodi di discriminazione razziale, mentre stando al rapporto sugli episodi di razzismo trattati nell’attività di consulenza è addirittura al secondo (cfr. Razzismo in cifre: Dove si discrimina?)
Come emerge dallo studio sul razzismo strutturale in Svizzera commissionato dal Servizio per la lotta al razzismo SLR, la discriminazione sistematica nel settore scolastico è nel frattempo documentata in diversi lavori di ricerca. A dispetto dell’uguaglianza formale, l’origine «etnica» e sociale, reale o presunta, ha una notevole influenza sui risultati scolastici degli allievi. Poiché la formazione è uno dei pochi ascensori sociali, il successo scolastico è importante soprattutto per i bambini svantaggiati.
Nel sistema educativo, molte discriminazioni sono strettamente correlate alle condizioni socioeconomiche delle famiglie e alle difficoltà dei genitori a promuovere la carriera scolastica dei figli. Per i bambini con retroterra migratorio i due aspetti spesso si sovrappongono.
Che il retroterra migratorio sia tuttora un grave ostacolo per la carriera scolastica e professionale risulta anche dai seguenti indicatori:
- La percentuale dei giovani stranieri che assolvono una formazione transitoria prima di accedere al livello secondario II è doppia rispetto a quella dei coetanei svizzeri. I giovani stranieri conseguono inoltre più raramente un diploma di livello secondario II. Nel 2021, il 13 % dei giovani con retroterra migratorio tra 18 e 24 anni era uscito dal sistema di formazione prima di aver conseguito un diploma del livello secondario II (Indicatori di integrazione, UST). Una quota significativamente più alta di quella rilevata tra i loro coetanei senza retroterra migratorio (5 %).
- Il rapporto sul sistema educativo 2023 rileva che gli allievi di lingua straniera o provenienti da famiglie a basso livello d’istruzione corrono un rischio più elevato di ottenere cattivi risultati. Inoltre, per le persone di nazionalità straniera o con retroterra migratorio è più difficile trovare un posto di tirocinio. Gli stranieri inviano in media 15 candidature, gli svizzeri soltanto 8,5.
- Stando al barometro della transizione della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione SEFRI, gli stranieri tra 14 e 17 anni che prendono in considerazione una formazione transitoria sono molti di più dei coetanei svizzeri (il 22 % contro il 12 %).
- In percentuale, gli svizzeri che hanno concluso una formazione professionale superiore sono più del doppio degli stranieri (nel 2022, il 20 % contro il 9 %) (Indicatori di formazione, UST).
Da un’analisi svolta su incarico della Commissione federale contro il razzismo è emerso che nel materiale didattico in uso in Svizzera la diversità della società (post-)migratoria è rappresentata soltanto sporadicamente. Inoltre, nei documenti analizzati il razzismo non è né un tema d’approfondimento né un tema trasversale, non da ultimo perché non è esplicitamente previsto nei piani di studio. Stando all’analisi, il fenomeno è analizzato soprattutto in una prospettiva storica (colonialismo, teorie della «razza» e nazionalsocialismo) e comunque mai messo in relazione con il nostro Paese, ma sempre con gli USA, le ex colonie o le violazioni dei diritti umani nel mondo. Tranne che nei capitoli sulla storia coloniale della Svizzera di alcuni libri di testo di recente pubblicazione, i riferimenti al nostro mondo sono pressoché inesistenti.
Sfide e misure
Il sistema educativo svizzero è organizzato su base federalistica, per cui l’attuazione di misure contro la discriminazione razziale in questo ambito presuppone la stretta collaborazione tra Confederazione, Cantoni, Comuni e Città. Le misure concernono diversi attori e comprendono tutti i livelli e i settori della formazione. In primo piano ci sono l’accesso senza discriminazioni alla scuola e alla formazione, l’eliminazione della discriminazione (razziale) istituzionale, la gestione dei casi di discriminazione razziale da parte delle istituzioni formative e la lotta al razzismo in quanto fenomeno sociale.
Nel messaggio del Consiglio federale sulla promozione dell’educazione, della ricerca e dell’innovazione negli anni 2021–2024 le pari opportunità costituiscono un obiettivo trasversale importante. In questo settore la Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l'innovazione (SEFRI) sostiene molteplici attività.
Dal primo rapporto sull'istruzione in Svizzera, pubblicato nel 2006, il sistema educativo viene analizzato ogni quattro anni a tutti i livelli. L'obiettivo è scoprire, ad esempio, se tutti i giovani in apprendistato, indipendentemente dalla loro origine, hanno le stesse possibilità di successo. La disuguaglianza esiste quando l'appartenenza a un gruppo, come una certa estrazione sociale o il sesso, limita o addirittura predetermina il successo in un apprendistato. Nel 2023, la Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali della pubblica educazione (CPDE) ha istituito la Commissione Equità e Formazione (cfr. CDIP, temi) con l'obiettivo di migliorare le pari opportunità nell'istruzione e nella formazione.
Per migliorare l’accesso alla formazione e le pari opportunità a scuola, i Cantoni hanno adottato essi stessi numerose misure di vario tipo. In primo luogo si concentrano sull’eliminazione di ostacoli all’integrazione e non esplicitamente sulla protezione dalla discriminazione: per esempio promuovono le conoscenze della lingua locale già in età prescolare o migliorano l’informazione per genitori di lingua straniera con appositi eventi e materiale scolastico adeguato.
Con gli aiuti finanziari del SLR per progetti in ambito scolastico sono promossi la trattazione concreta del razzismo a scuola e lo sviluppo di buone pratiche.
Ultima modifica 31.01.2024