Fare di necessità virtù. Il coronavirus ci costringe a tenere convegni on-line. È una sfida difficile, ma schiude anche nuove opportunità. Quest’autunno l’UFPD ha svolto due convegni on-line. Ne tracciamo qui un breve bilancio.
La sede del convegno è accessibile alle persone in carrozzella? Possono esservi portati cani guida per ciechi? Sono queste le domande che ci si pone prima di un convegno «normale». Ora è tutto diverso. Il 5 novembre 2020 l’UFPD ha svolto il convegno «Accessibilità elettronica» e il 3 dicembre 2020 il convegno «Partecipazione come opportunità» – entrambi on-line. Gli interessati hanno potuto partecipare da casa o dall’ufficio. Superato il problema dell’accessibilità fisica si pone quello dell’accessibilità digitale. La digitalizzazione come opportunità per le persone con disabilità – un credo col vento in poppa.
Cos’è necessario affinché persone con disabilità possano partecipare a convegni on-line?
Tecnica e organizzazione. Entrambi i convegni sono stati offerti in tedesco e francese. Più le rispettive lingue dei segni: la lingua dei segni svizzero-tedesca e la lingua dei segni francese, oltre a sottotitoli e traduzioni simultanee. Il programma e la piattaforma d’iscrizione sono stati preparati in un formato accessibile alle persone con disabilità, che hanno avuto anche la possibilità di porre domande elettronicamente durante il convegno. Le fotografie pubblicate sui social media sono state corredate di un testo alternativo (descrizione dell’immagine per ciechi e ipovedenti). Tutti accorgimenti necessari per poter tenere un convegno senza barriere – anche sul posto. I due convegni sono stati trasmessi in diretta streaming. I relatori, i tecnici, gli interpreti, gli addetti al web e altre persone di supporto si trovavano in luoghi diversi. Piccoli intoppi, test e coordinamento dovevano essere discussi per telefono o attraverso WhatsApp. Nella diretta streaming però tutto doveva essere sincronizzato in un’unica immagine assolutamente priva di barriere. È stato dunque utilizzato un player ottimizzato che permette una fruizione indipendente da apparecchi di supporto (p. es. la navigazione mediante la tastiera invece che col mouse) e l’uso di uno screenreader (programma di lettura per persone non vedenti o ipovedenti). Doveva inoltre essere possibile visualizzare e nascondere i sottotitoli e la traduzione in lingua dei segni. Era infine importante che la finestra con la traduzione in lingua dei segni potesse essere spostata, ridotta o ingrandita secondo le necessità.
Tenere un convegno senza barriere è una sfida. Ma tenerlo on-line è ancora più complesso e comporta un ingente onere organizzativo.
Una cosa è certa: la partecipazione delle persone con disabilità è stata molto più alta
Ai convegni in presenza sono disponibili perlopiù dai 100 ai 200 posti. La diretta streaming dei due convegni dell’UFPD è stata seguita in parte da oltre 800 persone contemporaneamente, tra le quali un numero proporzionalmente molto più elevato di persone con disabilità. Partecipare a un convegno on-line è più semplice per tutti. Già soltanto perché viene a cadere il viaggio. Per una larga parte delle persone con disabilità, tuttavia, assistere a un «normale» convegno in presenza è spesso ancora più difficile, soprattutto se il luogo in cui si tiene non è sufficientemente accessibile. Lo svolgimento on-line offre loro la possibilità di partecipare comunque – indipendentemente dall’accessibilità della sede del convegno. La digitalizzazione aumenta dunque effettivamente le possibilità di partecipazione delle persone con disabilità. La nostra conclusione: il santo vale candela.
